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Santa Teresa
de Ávila
Scacchi e spiritualità.

Scacchi e spiritualità.



Autore durante VII CPSC Sandomierz 2008.

Anche se negli scacchi appunto gli scacchi sono più importanti, è senza dubbio che questo gioco reale può essere considerato come una metafora della vita spirituale. In scacchi, come nella vita spirituale c’è bisogno di strategia e di tecnica. Dobbiamo chiederci gli obiettivi giusti a lungo termine e scegliere le misure adeguate per essere in grado di realizzarli.

È finito il IX Campionato Polacco di Scacchi del Clero. Quest’anno si è svolto nel Seminario ospitale di Drohiczyn. Ha vinto don Stanisław Bąk dall’Arcidiocesi di Przemyśl con il quale un tempo fa ho giocato. Non sono riuscito a venire a Drohiczyn ma mi prometto che l’anno prossimo parteciperò al X Campionato di anniversario che sarà a Koszalin.

Tra i sacerdoti cattolici c’era qualche giocatore del formato mondiale. Il primo era Ruy Lopez, campione spagnolo di scacchi che nel 1561 ha pubblicato il suo lavoro sulla teoria di scacchi. Il secondo di Bobby Fischer, durante la sua partita leggendaria del campionato del mondo con Borys Spassky nel 1972 era William Lombardy , arcicampione degli scacchi e il sacerdote cattolico allo stesso tempo. Il sacerdote è diventato Henrique Mecking, brasiliano, arcimaestro eccellente. Mecking era malato di atrofia muscolare. Ha subito - come dice lui - una guarigione miracolosa e sotto l’influenza di questo evento è venuto sulla strada sacerdotale.

Anche se negli scacchi appunto gli scacchi sono più importanti, è senza dubbio che questo gioco reale può essere considerato come una metafora della vita spirituale. Non mancano i disegni di un uomo o di un angelo che giocano a scacchi con uno spirito maligno. Uno di questi quadri si trova nella Casa gesuita degli esercizi spirituali a Czechowice - Dziedzice.

Bene! L’angelo può permettersi un gioco con uno spirito cattivo. Ma l’uomo non dovrebbe giocare con lui a qualsiasi gioco. Questo è uno dei principi della vita spirituale: con il diavolo non cominciamo nessun discorso, nessun patto. Ergo! Non giochiamo neanche a scacchi. In contrario lui sempre ci fregherà. Lui è probabilmente un giocatore brillante.

In Maestro e Margherita il satana Woland gioca la partita per il quale - come nota consapevolmente Margherita - ogni rivista di scacchi darebbe molto per poter stamparla. Gli scacchi sono anche molto importanti in un film brillante di Bergman „Settimo sigillo”. Il protagonista principale di questo capolavoro, il cavaliere Antonius Block, torna dalla crociata. È stanco dopo una vita errante di 10 anni. È tormentato da una questione se Dio esiste. Sulla sua strada incontra la Morte. Il cavaliere suggerisce alla Morte una partita di scacchi. Non solo per respingere da se la fine che si avvicina dopo aver vinto la partita, ma soprattutto per sentire la risposta dalla Morte sull’esistenza di Dio e sulla vita eterna. Alla fine il cavaliere perde la partita e la Morte non spiega nessun dubbio che lo tormentava.

In scacchi, come nella vita spirituale c’è bisogno di strategia e di tecnica. Dobbiamo chiederci gli obiettivi giusti a lungo termine e scegliere le misure adeguate per essere in grado di realizzarli. S. Ignazio di Loyola nei suoi Esercizi spirituali prima definisce lo scopo della vita di un uomo e poi afferma che „un uomo dovrebbe usare le creature in tale modo che lo aiutano a fare progressi al suo scopo e in misura tale che deve liberarsi da essi quando disturbano di raggiungere lo scopo”. Lo stesso accade negli scacchi: pedoni e figure è necessario utilizzare quanto più, se ... a volte - come nella vita spirituale - vale la pena sacrificare qualcosa per raggiungere un bene più grande a lungo termine. Tale dedizione nella fase iniziale del gioco si chiama gambit.

Nessuna postmoderna spontaneità nella ricerca di un’immaginaria (soggettiva) verità della realtà non ci porta ai buoni risultati. Incomprensibile moda che ognuno ha la sua verità inferiore, si rileva fatale.

Bisogna rispettare delle regole ovvie ed ascoltare il giudice. Succede che i giocatori non conoscono delle regole (p.es. che la figura toccata va) e poi hanno un rancore. Lo stesso accade nella vita spirituale: qualcuno fa grossi errori perché non deve ascoltare nessuno e poi è sorpreso che tutto gli è sbriciolato. „E io vincevo” - dice triste e deluso giocatore. „E stava andando così bene” - sospira un uomo a cui la vita sta scivolando via, lasciando l’amaro in bocca. Vecchio proverbio di scacchi insegna così: „Quando qualcuno sostiene di aver avuto una vittoria, non lo negare; in realtà - ha avuto...”

Sia negli scacchi sia nella vita bisogna essere un pellegrino conseguente. Infatti una passeggiata spensierata sulle scatole bianche e nere può costare un bel po’. Gli scacchi sono solo gli scacchi ma nella vita è proprio la vita.

Don Dariusz Kowalczyk - Gesuiti

Fonte: DEON.pl - Scacchi e spiritualità.

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